sabato, 27 Aprile 2024

Kung Fu

T’IEN SHAN P’AI, “Scuola della Montagna Celeste“, prende il nome da T’ien Shan Szu, Monastero Buddhista situato ai confini tra Cina e Russia, sull’omonima montagna T’ien Shan (Montagna Celeste), fondato da alcuni Monaci rifugiatisi in quella regione tra il 1300 e il 1600 d.c.

Fondatore della Scuola fu il Monaco HUNG YUN (Nuvola Rossa), il quale, nei suoi lunghi viaggi, perfezioniò alcuni stili di Kung Fu Wu Shu, e dall’unione di essi codificò, al suo ritorno al Monastero, una nuova Scuola di questa Arte Marziale.
Per la sua grandezza e l’ammirazione suscitata, a lui fu dedicato il Monastero (HUNG YUN SZU) ed egli divenne HUNG YUN LAO TZU (Monaco Superiore).

Hung Yun studiò e compenetrò fra loro lo Stile Shaolin Ch’uan (WAI CHIA:Sistema Esterno) e gli Stili T’AI CHI CH’UAN, PA KUA CH’UAN e HSING I CH’UAN (NEI CHIA: Sistema Interno), oltre a tecniche di CHIN NA (Metodo delle leve e delle pressioni) e di CH’I KUNG (Studio dell’Energia Interna), dai quali trasse tutto quello che considerava valido e tralasciando il superfluo.
La sua ricerca contribuì al tempo stesso a riportare gli Antichi Stili di origine alla loro purezza e ad ottenere un Metodo completo e ricco che, cogliendo le qualità degli Stili di base, unisce in se la forza alla cedevolezza, il duro al morbido, il movimento lungo a quello corto (teoria Yin-Yang), attuando così un sistema straordinariamente efficace di combattimento e di conoscenza del proprio corpo e del proprio spirito.

Si tratta di una Scuola di “Metodo” e non di una Scuola di Stile. Questo significa che il T’IEN SHAN P’AI utilizza forme provenienti da altri stili per codificare un proprio sistema di combattimento.

Il programma comprende “Forme” di Shaolin, Tai Chi, Pa Kwa e Hsing-Hi. Vi è lo studio del Loan Ch’uan, dei 18 studi animali, delle 18 armi fondamentali e l’approfondimento degli 8 animali di Shaolin (i 5 classici più i 3 successivi) inoltre l’arte delle cadute, i combattimenti corti di Shaolin e il Chi Kung.

La Scuola ha una forte componente di Stili Interni, che con gli anni risultano predominanti sullo stile esterno.

La nostra Scuola svolge attività agonistica sia nel “Sanda” (Combattimento Cinese con protezioni), che nel Tao Lu (Forme) tradizionale; non svolgiamo invece agonismo nel Wu-Shu che d’altronde non rientra nei nostri programmi di studio.

E’ nostro interesse rilanciare il combattimento di Kung-Fu “Tradizionale” non come antagonismo con il Sanda, ma per sviluppare un campo sul quale chi ama il Kung-Fu possa ritrovarsi e confrontarsi.

Kung Fu “T’ien Shan P’ai”

baldo

M° Pietro BALDO

Forse parole non ne esistono per descrivere quello che io, penso e sento.
A diciassette anni, ormai, dalla scomparsa del M° Pietro Baldo, non voglio usare parole per ricordarlo, anche perché a lui troppe parole non piacevano, ma fatti, fatti concreti.
Ma qualche parola, per forza, bisogna dirla, per quelli che non lo hanno conosciuto. Parlare di lui come un Grande Maestro è superfluo e lo sappiamo, ma come Uomo e come Amico possiamo e dobbiamo parlarne, perché non è solo una grande tecnica, quello che ci ha lasciato, ma è anche e soprattutto un impegno ed una promessa a restare uniti ed amici, a vivere le arti marziali sia come stile di vita, ma anche come impegno nel dare agli altri, nel saper dividere con gli altri, nel capire e capirsi e nell’ usare la Spada solo se necessario.
Nel saper cadere, e soprattutto rialzarsi, nel non voler prevaricare e nel non dichiararsi mai sconfitti, nel saper vincere, ma anche perdere con dignità, e saper dare prima di ricevere e guardare ogni giorno dentro noi stessi.
Soprattutto una frase dobbiamo dire :
“Grazie Pietro, per tutto quello che ci hai lasciato”

Diverse ipotesi sono state formulate sulle origini del nome “CINA”. Esso deriva probabilmente dal nome della Dinastia dei CH’IN, che unificò l’intero paese sotto il suo Dominio nel III° secolo a.c.

Già da tempo però i cinesi chiamavano la loro Patria, che all’epoca di Marco Polo e anche da prima era nota in occidente come “KATAI”, con il nome di “CHUNG KUO”, (Stato o Paese di Mezzo), come riferimento sia alla raffinata civiltà e alla bellezza del paese, sia alla sua posizione, ritenuta centrale rispetto al resto del mondo e alle regioni circostanti, popolate da nomadi e barbari che minacciavano continuamente i confini dell’Impero Cinese.

cina

La Cina occupa la parte centro-orientale del Continente Asiatico che si estende dall’Oceano Pacifico ad est fino alle montagne del Pamir ad ovest; le sue frontiere terrestri si sviluppano per oltre 14.000 Km, confinando:

* A nord con la Mongolia;
* A nord-ovest con il Kazakistan, il Kirghisistan e il Tagikistan;
* A nord-est con la Russia;
* A sud-ovest con l’Afghanistan, il Pakistan,l’India, il Nepal, il Sikkim e il Bhutan;
* A sud-est ancora con l’India, la Birmania, il Laos e il Vietnam;
* A est con la Corea e con l’Oceano Pacifico (che prende qui i nomi di Mar Giallo, Mare Cinese Orientale e Mare Cinese Meridionale.

Infine altri due brevi tratti riguardano Hong Kong e Macao che si inseriscono a sud nei confini marittimi cinesi.

Il territorio della Repubblica Popolare Cinese ha una superficie di 9.581.000 Kmq (terza Nazione al mondo per estensione dopo la Russia e il Canada). La Capitale è Pechino (PEI CHING).

La popolazione supera ormai il miliardo di abitanti, ed è rappresentata principalmente dalla razza Sinica, gli HAN TSU, i cinesi veri e propri che ne costituiscono il 94%. Il resto è rappresentato da CHUANG, TIBETANI, YI, MANCIU’, HUI, MONGOLI, UIGHURI, KAZACHI, KIRGHISI, KAWA, COREANI.

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La lingua nazionale (KUO HUA) è quella Mandarina (Pechinese o Cinese del nord) chiamata “PUTHONG HUA”.
La seconda per importanza e per diffusione anche nel resto del mondo, anche a causa della forte emigrazione delle popolazioni cantonesi, è lo YUE HUA, il dialetto cantonese.
Altri dialetti importanti sono quelli delle zone del CHE KIANG, del KIANG HSI, dello HO NAN e del FUKIEN.
E’ da notare che ogni “dialetto” in Cina è una vera e propria lingua che può distinguersi anche totalmente dalle altre.

La scrittura Cinese è antichissima e viene rappresentata dagli “ideogrammi”, finemente concepiti, tanto da renderli alla pari di un’arte (arte della scrittura o SHUE TAO).
Ultimamente gli ideogrammi sono stati in parte semplificati, oppure viene utilizzata la scrittura con lettere occidentali, secondo alcuni metodi di “romanizzazione” regolati da alcune norme di pronuncia, quali il metodo WADE-GILES, il PINYIN o l’EFEO.
Attualmente il Governo della Repubblica Popolare ha riconosciuto come metodo ufficiale di romanizzazione il sistema PINYIN, anche se altri, soprattutto il WADE-GILES sono tuttora molto usati.

La geografia religiosa della Cina è assai varia.
Anticamente era diffuso l’ANIMISMO, secondo il quale ogni cosa è animata da spiriti con poteri superiori a quelli dell’uomo, e lo SHINTOISMO, il culto degli Antenati e delle loro tradizioni.

Attualmente circa 200 milioni di cinesi sono seguaci del CONFUCIANESIMO, fondato da Confucio (K’ung Fu Tzu) che predicò la Via dell’amore, della Saggezza, del rispetto del bene altrui e delle tradizioni; 150 milioni seguono il BUDDHISMO; 30 milioni sono seguaci del TAOISMO, sistema filosofico-religioso fondato da LAO TZU, in cui vi è l’identificazione con il TAO, cioè “l’Ordine Universale”, Principio Primo, seguendo la “Via” della Meditazione e la contemplazione; 50 milioni sono MUSULMANI ; 5 milioni circa hanno abbracciato la religione Cristiana ed altre ancora minori o derivate.

TAI WAN (FORMOSA)

La Repubblica della Cina Nazionale (in cinese TA CHUNG HUA MIN KUO) costituita dopo la seconda Guerra Mondiale dai rifugiati del KUO MIN TANG, è composta dalle isole di TAI WAN (Formosa), PENG HU LIEH TAO (Arcipelago delle Pescadores), CHIN MEN TAO (Isole Quemoy), MATSU SHAN e PEI KAN TANG.
TAI WAN significa “Terrazze sulla Baia” mentre FORMOSA è il nome che le fu dato dai Portoghesi, primi europei ad avvistarla.

TAI WAN ricopre una superficie pari ad una volta e mezzo la Sicilia, è larga cirna 130 Km. e lunga circa 400 Km. La sua superficie (comprese le isole Pescadores di 127 Kmq) è di 35.966 Kmq. Le CHIN MEN (Quemoy) 175,37 Kmq, le MATSU 27,1 Kmq.

La popolazione è composta di circa 16.000.000 di abitanti di razza cinese, con densità di oltre 410 abitanti per Kmq. All’interno vivono circa 130.000 aborigeni, discendenti dei primi abitanti dell’isola, di origine malese-indonesiana.

La lingua più diffusa è il dialetto della provincia del FUKIEN, che fronteggia sul Continente l’isola di TAI WAN, ma dal 1949 è stata adottata come lingua ufficiale il Mandarino, insegnata nelle scuole.

Le religioni più diffuse sono il Confucianesimo, il Taoismo, il Buddismo mentre una minoranza osserva la religione Cattolica e Protestante.

La capitale della Repubblica della Cina Nazionale è TAI PEI, sull’isola di TAI WAN.

dragoSTORIA DEL KUNG FU WU SHU

Prima di cominciare a parlare del KUNG FU WU SHU, è opportuno spiegare il significato di questi termini; tradotto letteralmente, KUNG FU significa “specializzazione” o “colui che si applica, si specializza o pratica”, WU SHU invece, viene tradotto come “arte del guerriero” o “arte di combattimento“, quindi avremo: “Specializzazione nell’arte del combattimento

I primi cenni storici di ciò che può far datare l’origine del Kung Fu Wu Shu, arrivano verso il 2.800 a.c., all’epoca cioè del legislatore cinese FU HI al quale viene attribuito lo studio dei trigrammi denominati PA KWA.
In seguito le notizie risalgono a circa 200 anni dopo, quando sotto il comando dell’Imperatore Giallo HUANG TI, il generale CHIYOU, faceva praticare ai soldati del proprio esercito due forme di lotta, il KAN CH’I WU che consisteva in un confronto tra due uomini armati di ascia e scudo, e l’altra chiamata CHIAO TI nella quale il combattimento doveva avvenire esclusivamente tramite uno speciale elmo dotato di corna.
Una leggenda narra che lo stesso Imperatore, sconfisse un demone aiutandosi con queste rudimentali forme di lotta.

Il periodo Taoista (1100-250 a.c.) sotto la Dinastia CHOU, vide fiorire una sorta di lotta chiamata CHIAO LI inclusa negli sport militari affiancandosi al tiro con l’arco e la corsa con i carri.
HUA TO, medico dell’epoca a cavallo tra la dinastia HAN (206 a.c. – 221 d.c.) e l’Impero dei Tre Regni (220 – 280), scrisse un trattato sugli esercizi respiratori ispirandosi a cinque animali: orso, tigre, scimmia, cervo e gru, atti a sviluppare il “CH’I” (forza interna) e l'”I” (forza mentale). Il WU CHIN SHI, “esercizio dei cinque animali“, è probabilmente la prima testimonianza documentata del Kung Fu Wu Shu.

Nello stesso periodo si praticava un’arte chiamata SHOU PU progenitrice delle arti marziali a mani nude, e un’altra chiamata CHIEN TAO antenata dell’uso della spada.
Durante la Dinastia T’ANG, l’uso la pratica e perciò l’evoluzione della spada ha il suo massimo splendore, è infatti in questo periodo che nascono scuole e maestri di quest’arte che coinvolse ogni tipo di persona di ogni ceto. Lo SHI HE (la danza della spada) composta da KUNG SUN e la dodicesima sorella LI, è una chiara testimonianza della combinazione tra Arte Marziale e coreografia.

Tornando indietro di qualche Dinastia e precisamente alla dinastia LIANG (502 – 557), troviamo una serie di 18 esercizi Marziali per la salute insegnati da BODHIDARMA ai suoi discepoli, esercizi che servivano oltre che al benessere fisico anche alla vitalità e allo sviluppo spirituale.
Si narra, infatti, che verso il VI° secolo d.c., quando il Buddismo fu portato in Cina, un monaco di nome BODHIDARMA si stabilì presso il Tempio Shaolin per poter predicare e quindi divulgare la sua concezione del Buddismo (lo Zen attuale o CH’AN in cinese) tramandatogli dal suo Maestro PRAJNATRA. Le meditazioni a cui sottoponeva i suoi discepoli erano talmente estenuanti psicologicamente che egli dovette aggiungere ai consueti esercizi spirituali anche alcuni esclusivamente fisici. Le 18 MANI DI LOHAN, furono perciò il trampolino di lancio del Kung Fu Wu Shu come a noi è tramandato; è difficile dire se effettivamente essi rispettano le originarie movenze ideate da Bodhidarma, anche perchè, nel corso di 1500 anni è impossibile affermare che questi non abbiano subito modifiche da parte di chi le ha tramandate fino ai nostri giorni. E’ vero però che con il passare del tempo questi furono combinati e modificati con sistemi originari cinesi ed infatti nel X° sec. Sotto la Dinastia SUNG, per opera del regnante TA TSU, si codifica una serie di 32 posizioni.

In seguito, sotto la Dinastia YUAN (13° – 14° sec.), il monaco Taoista CHANG SAN FENG, sviluppa l’oggi conosciuto TAI CHI CHUAN, studiando un combattimento tra un serpente ed una gru. Da qui nasce ufficialmente la “Scuola Morbida“.

CHUEH YUAN, quindi sotto la Dinastia Ming (14° – 17° sec.) continua gli studi di Bodhidarma portando da 18 a 72 le posizioni ideate dal monaco, studiando contemporaneamente l’uso della spada. In seguito con l’aiuto di PAI YU FENG, le porta a 170 divise in cinque stili derivati dallo studio dell’atteggiamento e del metodo di combattimento di cinque animali.

Sviluppando ed integrando i cinque Sistemi di base si può raggiungere il benessere psico-fisico combinando, oltre alle caratteristiche dei cinque animali, (drago, tigre, gru, serpente, e leopardo) il “duro” e il “morbido”, “l’interno” e “l’esterno”.

Con la caduta della Dinastia Ming e l’avvento della Dinastia CH’ING, si ebbe la distruzione di molti Monasteri Buddisti, tra i quali anche Shaolin, a causa dell’atteggiamento lealista dei Monaci che accoglievano nei loro Templi gruppi di rifugiati e guerrieri fedeli alla precedente Dinastia, i quali si riunivano con lo scopo di formare sette segrete contro i dominatori Mancia. Distrutto il Monastero di Shaolin della provincia di Honan, ne fu edificato un altro nel Fukien, nel sud della Cina ed anch’esso fu distrutto dalle truppe Mancia.

Si tramanda che solo cinque Monaci si salvarono dal massacro, Hung, Liu, Mo, Ts’ai e Li, i quali secondo la tradizione, diedero vita alle cinque principali Scuole Shaolin del sud (Siu Lam), gli stili Hung Gar, Liu Gar, Mo Gar, Choi Gar, e Li Gar, e dall’unione di questi ultimi due, lo Stile Choi Li Fut.
Da allora il Kung Fu Wu Shu fu messo al bando in tutto l’Impero dominato dalla Dinastia Mancia dei Ch’ing e i pochi Monaci sopravvissuti alle persecuzioni rimasero nell’ombra tramandando a pochi e a volte unici discepoli i segreti dell’Arte millenaria.

L’Antica Arte Marziale tuttavia non scomparve e la troviamo ancora una volta sulla scena nel 1900, all’epoca della famosa rivolta dei Boxer (pugili), i quali tentarono di opporsi alle ingerenze degli occidentali sulla Cina.

Lo spirito delle Arti Marziali è rimasto radicato nel popolo cinese tanto da sopravvivere alle avverse vicende storiche, per ultima la rivoluzione culturale operata con l’avvento della Repubblica Popolare.
Ultimamente infatti le Arti Marziali sono state in parte rivalutate dallo stesso Governo Cinese come mezzo terapeutico per l’equilibrio psico-fisico, benchè spesso private di quelli che sono i loro più alti valori spirituali.
Tutt’oggi infatti non è difficile vedere a qualsiasi ora del giorno e nei posti più disparati, gruppi di persone di ogni età, che praticano la “Veneranda arte Marziale Cinese”, così alcuni di loro la definiscono, eseguendo schemi a mani nude o con le armi, la più diffusa è la spada, con il preciso scopo di migliorarsi sia internamente che fisicamente, consci del benessere che può portare la pratica del Kung Fu Wu Shu.

La più profonda conoscenza degli insegnamenti degli antichi Monaci, la pratica Spirituale e di Meditazione e i più reconditi segreti della Tradizione millenaria, restano tuttavia appannaggio di pochissimi Maestri, depositari di una meravigliosa Storia che si perde nella notte dei secoli.

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Abbiamo parlato di “Scuola Morbida” e perchè questo si possa affermare è ovvio che esista anche la “Scuola Dura”; ma cosa si intende veramente per “Dura” e “Morbida” ?

La suddivisione naturale degli stili di Kung Fu Wu Shu in duri e morbidi, in qualche modo si sovrappone alla divisione in interno-esterno, nel fatto che gli stili interni tendono ad essere morbidi e quelli esterni ad essere duri, ma ciò non è necessariamente o categoricamente vero. Quello che in realtà si intende per “duro” e “morbido” sono due diversi modi di usare l'”energia” che può essere sia “interna” (CH’I) oppure “esterna” (LI – Forza).
In linea di massima questi due sistemi di usare l’energia sono, rispettivamente lineari (duro) e circolari (morbido), anche se alcune scuole combinano elementi di entrambi.
L’energia lineare è diretta, penetrante, angolare, improvvisa come un proiettile; l’energia circolare è spazzante, continua come un’ondata di marea.
Da qui i due diversi modi di interpretare l’Arte Marziale; una più appariscente consistente nella posizione e nel movimento degli arti e del corpo, nella tecnica corretta, nella forza muscolare, nella velocità, nell’abilità di esecuzione di movimenti agili e scattanti; l’altra è meno spettacolare più nascosta e riguarda la respirazione, la corretta posizione e struttura interna del corpo, lo sviluppo del CH’I (forza interna) e dell’atteggiamento mentale.

Questo tipo di “Allenamento” è il più difficile da portare avanti e la meta si può raggiungere solo dopo moltissimo tempo ed è forse per questo che le scuole “dure” sono considerate più forti di quelle morbide, ed è sicuramente a ragione che in Cina si afferma che ” le Arti Marziali vogliono forza e velocità”.

Ma se un uomo sconfigge molti uomini, come può essere questione di forza? E se un vecchio sconfigge un giovane, come può essere questione di velocità?
Il modo migliore quindi di praticare il Kung Fu Wu Shu è quello di unire le due “forze” per poter, alla fine, riuscire a controllare il proprio fisico e il proprio spirito, si potrebbe quindi citare in merito a questo, ciò che affermava il Maestro KUO FENG CH’IH: “Il pugilato richiede movimento, ma, prima l’interno richiede quiete; vincere il nemico richiede forza, ma prima l’interno richiede delicatezza; la lotta richiede velocità, ma prima l’interno richiede lentezza.”

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LE SCUOLE DURE

Spiegata la differenza fra duro e morbido, possiamo ora descrivere alcuni dei metodi per così dire della Scuola “Dura”, i metodi che traggono cioè origine dal Sistema di Bodhidarma.
Il capostipite del Kung Fu Wu Shu e di tutele scuole del Sistema Esterno (WAI CHIA), ma anche indirettamente delle altre, è lo Stile SHAOLIN CH’UAN, che in seguito si divise in SHAOLIN del Nord (PEI SHAOLIN) in cui grande rilievo si da alle tecniche di calcio, ai salti e a tecniche “lunghe”, e SHAOLIN del Sud (NAN SHAOLIN o SIU LAM) in cui prevale l’uso delle braccia.

Alcune delle principali Scuole del Nord sono:

* PEI SHAOLIN CH’UAN P’AI, lo Shaolin Tradizionale dei Cinque Animali originari;
* LUNG CH’UAN, la Boxe del Drago del Nord;
* HO CH’UAN, lo Stile della Gru;
* HU CH’UAN, la Scuola della Tigre della provincia di Shantung;
* TA SHAN CH’UAN, che studia lo Stile Antico della Scimmia;
* T’ANG LANG CH’UAN P’AI, la Scuola della Mantide Religiosa del nord;
* YING CHAO CH’UAN, lo Stile degli Artigli dell’Aquila, che adotta tecniche di artiglio, di becco e colpi d’ala, con azioni scattanti e improvvise;
* LO HAN CH’UAN, che studia nel contesto la religione e la filosofia buddista applicate ad un metodo di combattimento; (motto di questa Scuola) “Deponi la spada e prega”;
* CH’A CH’UAN, Stile di lotta ideato nel XVII° secolo da un maestro musulmano della Famiglia Ch’a, ricco di veloci movimenti e repentini bloccaggi quanto di statiche posizioni.

Le principali Scuole del Sud sono:

* HUNG GAR, lo Stile della Famiglia Hung, uno dei più puri Stili Shaolin del sud, con predominanza di tecniche della Tigre caratterizzate da una grande potenza;
* CHOI LI FUT, nato dall’unione di tre Stili con tecniche di braccia molto “lunghe” non ecludendo calci alti e prelidigendo la posizione del Cavaliere con tutti i suoi derivati;
* PAK HOK o PAI HO CH’UAN, lo Stile della Gru Bianca, caratterizzato, come nella scuola del nord, da posizioni di grande equilibrio, movimenti eleganti e flessuosi, con colpi di becco e di ala perle parate;
* LUNG TAO P’AI, la Scuola della “Via” del Drago del sud, con movimenti ampi e angolari, assai dinamici;
* HAU CH’UAN, la Scimmia che combatte il male sfruttando tutta la sua agilità con tecniche spettacolari e caratteristiche molto comiche, assai simile alla versione del nord ma con meno ricchezza di cadute;
* NAN T’ANG LANG P’AI, la Scuola del sud della Mantide Religiosa, che adotta rispetto alla Scuola del nord posizioni diverse e meno alte;
* WING CHUN, che è forse il più lineare e “corto” tra gli Stili di Kung Fu Wu Shu, utilizzando per il 90% tecniche di braccia.

Comuni a tutte le Scuole sia del Nord che del Sud, sono, o per lo meno dovrebbero essere, lo studio del CHIN NA che tratta tecniche di leva,pressione e quindi apprendimento dei punti vitali, e lo studio del CHI KUNG, indispensabile per sviluppare la forza interna (CHI).

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LE SCUOLE MORBIDE

Parlare delle Scuole “morbide” in poche righe è pressochè impossibile data l’enorme quantità di informazioni che si dovrebbero dare, quindi si passerà direttamente ad elencarne direttamente gli Stili conosciuti.

Il principale degli Stili Interni (NEI CHIA) per divulgazione popolare è il TAI CHI CHUAN.
Le principali Scuole prendono il nome dalle Famiglie che divulgarono e approfondirono questa disciplina.

* La Scuola CHEN, la più antica;
* La Scuola YANG, la più diffusa a livello popolare;
* La Scuola WU;
* La Scuola SUN;
* La Scuola KUO.

Benchè il Tai Chi Chuan sia lo stile più conosciuto, il più antico per concezione è il PA KUA CH’UAN o PA KUA CHANG.
Questo Stile detto degli “Otto Trigrammi” ha una tecnica caratterizzata da movimenti circolari e si basa sui concetti classici del Taoismo.
Un altro Stile Interno anch’esso di antica concezione è lo HSING I CH’UAN, il Pugilato del Corpo e dello Spirito. Esso si basa sulla Teoria dei Cinque Elementi ed adotta movimenti lineari, ispirandosi all’atteggiamento di dodici animali.

Il bambino “apprende” attraverso il corpo e l’esperienza corporea. Attraverso il corpo, lo sguardo, la mimica facciale, i gesti e i movimenti, la posizione che occupa nello spazio, il tempo di azione egli comunica il suo essere al mondo, la sua modalità di conoscenza e di mettersi in relazione con gli altri. E’ un corpo non separato dal suo essere persona, dal capire e dal sentire da tutta la sua storia affettiva, anche la più profonda. In ogni azione del bambino sono concentrate tutta la sua affettività, tutti i suoi desideri, tutte le sue possibilità di comunicazione e di relazione.Le attività di psicomotricità mettono in gioco tutte queste componenti, proprio perché il bambino si vive ancora in modo globale. Attraverso il suo corpo in movimento il bambino ha uno spazio e un tempo particolari, per esprimere liberamente la propria creatività che nasce dai bisogni, desideri, potenzialità e limiti, per esteriorizzare le proprie emozioni, per provare piacere senso motorio nello scoprire e conoscere meglio il proprio corpo, il proprio sé, l’altro e il mondo degli oggetti.

L’espressività psicomotoria viene così intesa come “la maniera privilegiata di ogni bambino di essere al mondo” ( B. Aucouturier).

L’attività psicomotoria, partendo dalla spontaneità del bambino, dal suo piacere di agire e di giocare, favorisce uno sviluppo psicofisico armonioso.
Attraverso il piacere ludico si attiva la motivazione al movimento,alla scoperta , alla conoscenza e alla ricerca di un rapporto significativo e funzionale con l’ambiente (inteso come spazio, oggetto, persona : movimento, conoscenza, relazione) .
Nel gioco il bambino può parlare di sé, attraverso il movimento e le infinite possibilità di gioco, tutte da inventare: saltare, correre, dondolarsi, giocare a riempire, a svuotare, a nascondersi e riapparire, giocare a “far finta di…”, costruire, disegnare, manipolare… Sono tutte attività che, se svolte con piacere ed in relazione con gli altri, aiutano i bambini a conoscere se stessi, i propri limiti, ad affrontare i propri conflitti interni o le proprie paure, a sviluppare il proprio pensiero.Attivare così l’attività psicomotoria significa attivare nel bambino la motricità, l’affettività e i processi cognitivi.

Il bambino che ha “voglia di giocare” significa che si rende disponibile a misurarsi con se stesso, con gli altri e con le regole del gioco.

In uno spazio per le attività psicomotorie devono necessari: materassi, cubi, materiale di varie dimensioni di gommapiuma, una struttura per arrampicarsi, saltare, scivolare, stoffe, teli, travestimenti, corde, palle, materiale non strutturato, che permette al bambino di vivere il piacere sensomotorio, di inventare e scoprire nuove modalità di espressione e di investimento degli oggetti, per dare spazio ai desideri, per conoscere e sviluppare le proprie potenzialità e di attivare la propria creatività.
Nello spazio della rielaborazione il bambino ha a disposizione legnetti per la costruzione, plastilina, fogli, pennarelli.

+ T'ien Shan P'ai

T’IEN SHAN P’AI, “Scuola della Montagna Celeste“, prende il nome da T’ien Shan Szu, Monastero Buddhista situato ai confini tra Cina e Russia, sull’omonima montagna T’ien Shan (Montagna Celeste), fondato da alcuni Monaci rifugiatisi in quella regione tra il 1300 e il 1600 d.c.

Fondatore della Scuola fu il Monaco HUNG YUN (Nuvola Rossa), il quale, nei suoi lunghi viaggi, perfezioniò alcuni stili di Kung Fu Wu Shu, e dall’unione di essi codificò, al suo ritorno al Monastero, una nuova Scuola di questa Arte Marziale.
Per la sua grandezza e l’ammirazione suscitata, a lui fu dedicato il Monastero (HUNG YUN SZU) ed egli divenne HUNG YUN LAO TZU (Monaco Superiore).

Hung Yun studiò e compenetrò fra loro lo Stile Shaolin Ch’uan (WAI CHIA:Sistema Esterno) e gli Stili T’AI CHI CH’UAN, PA KUA CH’UAN e HSING I CH’UAN (NEI CHIA: Sistema Interno), oltre a tecniche di CHIN NA (Metodo delle leve e delle pressioni) e di CH’I KUNG (Studio dell’Energia Interna), dai quali trasse tutto quello che considerava valido e tralasciando il superfluo.
La sua ricerca contribuì al tempo stesso a riportare gli Antichi Stili di origine alla loro purezza e ad ottenere un Metodo completo e ricco che, cogliendo le qualità degli Stili di base, unisce in se la forza alla cedevolezza, il duro al morbido, il movimento lungo a quello corto (teoria Yin-Yang), attuando così un sistema straordinariamente efficace di combattimento e di conoscenza del proprio corpo e del proprio spirito.

Si tratta di una Scuola di “Metodo” e non di una Scuola di Stile. Questo significa che il T’IEN SHAN P’AI utilizza forme provenienti da altri stili per codificare un proprio sistema di combattimento.

Il programma comprende “Forme” di Shaolin, Tai Chi, Pa Kwa e Hsing-Hi. Vi è lo studio del Loan Ch’uan, dei 18 studi animali, delle 18 armi fondamentali e l’approfondimento degli 8 animali di Shaolin (i 5 classici più i 3 successivi) inoltre l’arte delle cadute, i combattimenti corti di Shaolin e il Chi Kung.

La Scuola ha una forte componente di Stili Interni, che con gli anni risultano predominanti sullo stile esterno.

La nostra Scuola svolge attività agonistica sia nel “Sanda” (Combattimento Cinese con protezioni), che nel Tao Lu (Forme) tradizionale; non svolgiamo invece agonismo nel Wu-Shu che d’altronde non rientra nei nostri programmi di studio.

E’ nostro interesse rilanciare il combattimento di Kung-Fu “Tradizionale” non come antagonismo con il Sanda, ma per sviluppare un campo sul quale chi ama il Kung-Fu possa ritrovarsi e confrontarsi.

+ Maestro Pietro Baldo

Kung Fu “T’ien Shan P’ai”

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M° Pietro BALDO

Forse parole non ne esistono per descrivere quello che io, penso e sento.
A diciassette anni, ormai, dalla scomparsa del M° Pietro Baldo, non voglio usare parole per ricordarlo, anche perché a lui troppe parole non piacevano, ma fatti, fatti concreti.
Ma qualche parola, per forza, bisogna dirla, per quelli che non lo hanno conosciuto. Parlare di lui come un Grande Maestro è superfluo e lo sappiamo, ma come Uomo e come Amico possiamo e dobbiamo parlarne, perché non è solo una grande tecnica, quello che ci ha lasciato, ma è anche e soprattutto un impegno ed una promessa a restare uniti ed amici, a vivere le arti marziali sia come stile di vita, ma anche come impegno nel dare agli altri, nel saper dividere con gli altri, nel capire e capirsi e nell’ usare la Spada solo se necessario.
Nel saper cadere, e soprattutto rialzarsi, nel non voler prevaricare e nel non dichiararsi mai sconfitti, nel saper vincere, ma anche perdere con dignità, e saper dare prima di ricevere e guardare ogni giorno dentro noi stessi.
Soprattutto una frase dobbiamo dire :
“Grazie Pietro, per tutto quello che ci hai lasciato”

+ La Cina

Diverse ipotesi sono state formulate sulle origini del nome “CINA”. Esso deriva probabilmente dal nome della Dinastia dei CH’IN, che unificò l’intero paese sotto il suo Dominio nel III° secolo a.c.

Già da tempo però i cinesi chiamavano la loro Patria, che all’epoca di Marco Polo e anche da prima era nota in occidente come “KATAI”, con il nome di “CHUNG KUO”, (Stato o Paese di Mezzo), come riferimento sia alla raffinata civiltà e alla bellezza del paese, sia alla sua posizione, ritenuta centrale rispetto al resto del mondo e alle regioni circostanti, popolate da nomadi e barbari che minacciavano continuamente i confini dell’Impero Cinese.

cina

La Cina occupa la parte centro-orientale del Continente Asiatico che si estende dall’Oceano Pacifico ad est fino alle montagne del Pamir ad ovest; le sue frontiere terrestri si sviluppano per oltre 14.000 Km, confinando:

* A nord con la Mongolia;
* A nord-ovest con il Kazakistan, il Kirghisistan e il Tagikistan;
* A nord-est con la Russia;
* A sud-ovest con l’Afghanistan, il Pakistan,l’India, il Nepal, il Sikkim e il Bhutan;
* A sud-est ancora con l’India, la Birmania, il Laos e il Vietnam;
* A est con la Corea e con l’Oceano Pacifico (che prende qui i nomi di Mar Giallo, Mare Cinese Orientale e Mare Cinese Meridionale.

Infine altri due brevi tratti riguardano Hong Kong e Macao che si inseriscono a sud nei confini marittimi cinesi.

Il territorio della Repubblica Popolare Cinese ha una superficie di 9.581.000 Kmq (terza Nazione al mondo per estensione dopo la Russia e il Canada). La Capitale è Pechino (PEI CHING).

La popolazione supera ormai il miliardo di abitanti, ed è rappresentata principalmente dalla razza Sinica, gli HAN TSU, i cinesi veri e propri che ne costituiscono il 94%. Il resto è rappresentato da CHUANG, TIBETANI, YI, MANCIU’, HUI, MONGOLI, UIGHURI, KAZACHI, KIRGHISI, KAWA, COREANI.

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La lingua nazionale (KUO HUA) è quella Mandarina (Pechinese o Cinese del nord) chiamata “PUTHONG HUA”.
La seconda per importanza e per diffusione anche nel resto del mondo, anche a causa della forte emigrazione delle popolazioni cantonesi, è lo YUE HUA, il dialetto cantonese.
Altri dialetti importanti sono quelli delle zone del CHE KIANG, del KIANG HSI, dello HO NAN e del FUKIEN.
E’ da notare che ogni “dialetto” in Cina è una vera e propria lingua che può distinguersi anche totalmente dalle altre.

La scrittura Cinese è antichissima e viene rappresentata dagli “ideogrammi”, finemente concepiti, tanto da renderli alla pari di un’arte (arte della scrittura o SHUE TAO).
Ultimamente gli ideogrammi sono stati in parte semplificati, oppure viene utilizzata la scrittura con lettere occidentali, secondo alcuni metodi di “romanizzazione” regolati da alcune norme di pronuncia, quali il metodo WADE-GILES, il PINYIN o l’EFEO.
Attualmente il Governo della Repubblica Popolare ha riconosciuto come metodo ufficiale di romanizzazione il sistema PINYIN, anche se altri, soprattutto il WADE-GILES sono tuttora molto usati.

La geografia religiosa della Cina è assai varia.
Anticamente era diffuso l’ANIMISMO, secondo il quale ogni cosa è animata da spiriti con poteri superiori a quelli dell’uomo, e lo SHINTOISMO, il culto degli Antenati e delle loro tradizioni.

Attualmente circa 200 milioni di cinesi sono seguaci del CONFUCIANESIMO, fondato da Confucio (K’ung Fu Tzu) che predicò la Via dell’amore, della Saggezza, del rispetto del bene altrui e delle tradizioni; 150 milioni seguono il BUDDHISMO; 30 milioni sono seguaci del TAOISMO, sistema filosofico-religioso fondato da LAO TZU, in cui vi è l’identificazione con il TAO, cioè “l’Ordine Universale”, Principio Primo, seguendo la “Via” della Meditazione e la contemplazione; 50 milioni sono MUSULMANI ; 5 milioni circa hanno abbracciato la religione Cristiana ed altre ancora minori o derivate.

TAI WAN (FORMOSA)

La Repubblica della Cina Nazionale (in cinese TA CHUNG HUA MIN KUO) costituita dopo la seconda Guerra Mondiale dai rifugiati del KUO MIN TANG, è composta dalle isole di TAI WAN (Formosa), PENG HU LIEH TAO (Arcipelago delle Pescadores), CHIN MEN TAO (Isole Quemoy), MATSU SHAN e PEI KAN TANG.
TAI WAN significa “Terrazze sulla Baia” mentre FORMOSA è il nome che le fu dato dai Portoghesi, primi europei ad avvistarla.

TAI WAN ricopre una superficie pari ad una volta e mezzo la Sicilia, è larga cirna 130 Km. e lunga circa 400 Km. La sua superficie (comprese le isole Pescadores di 127 Kmq) è di 35.966 Kmq. Le CHIN MEN (Quemoy) 175,37 Kmq, le MATSU 27,1 Kmq.

La popolazione è composta di circa 16.000.000 di abitanti di razza cinese, con densità di oltre 410 abitanti per Kmq. All’interno vivono circa 130.000 aborigeni, discendenti dei primi abitanti dell’isola, di origine malese-indonesiana.

La lingua più diffusa è il dialetto della provincia del FUKIEN, che fronteggia sul Continente l’isola di TAI WAN, ma dal 1949 è stata adottata come lingua ufficiale il Mandarino, insegnata nelle scuole.

Le religioni più diffuse sono il Confucianesimo, il Taoismo, il Buddismo mentre una minoranza osserva la religione Cattolica e Protestante.

La capitale della Repubblica della Cina Nazionale è TAI PEI, sull’isola di TAI WAN.

+ Storia del Kung Fu

dragoSTORIA DEL KUNG FU WU SHU

Prima di cominciare a parlare del KUNG FU WU SHU, è opportuno spiegare il significato di questi termini; tradotto letteralmente, KUNG FU significa “specializzazione” o “colui che si applica, si specializza o pratica”, WU SHU invece, viene tradotto come “arte del guerriero” o “arte di combattimento“, quindi avremo: “Specializzazione nell’arte del combattimento

I primi cenni storici di ciò che può far datare l’origine del Kung Fu Wu Shu, arrivano verso il 2.800 a.c., all’epoca cioè del legislatore cinese FU HI al quale viene attribuito lo studio dei trigrammi denominati PA KWA.
In seguito le notizie risalgono a circa 200 anni dopo, quando sotto il comando dell’Imperatore Giallo HUANG TI, il generale CHIYOU, faceva praticare ai soldati del proprio esercito due forme di lotta, il KAN CH’I WU che consisteva in un confronto tra due uomini armati di ascia e scudo, e l’altra chiamata CHIAO TI nella quale il combattimento doveva avvenire esclusivamente tramite uno speciale elmo dotato di corna.
Una leggenda narra che lo stesso Imperatore, sconfisse un demone aiutandosi con queste rudimentali forme di lotta.

Il periodo Taoista (1100-250 a.c.) sotto la Dinastia CHOU, vide fiorire una sorta di lotta chiamata CHIAO LI inclusa negli sport militari affiancandosi al tiro con l’arco e la corsa con i carri.
HUA TO, medico dell’epoca a cavallo tra la dinastia HAN (206 a.c. – 221 d.c.) e l’Impero dei Tre Regni (220 – 280), scrisse un trattato sugli esercizi respiratori ispirandosi a cinque animali: orso, tigre, scimmia, cervo e gru, atti a sviluppare il “CH’I” (forza interna) e l'”I” (forza mentale). Il WU CHIN SHI, “esercizio dei cinque animali“, è probabilmente la prima testimonianza documentata del Kung Fu Wu Shu.

Nello stesso periodo si praticava un’arte chiamata SHOU PU progenitrice delle arti marziali a mani nude, e un’altra chiamata CHIEN TAO antenata dell’uso della spada.
Durante la Dinastia T’ANG, l’uso la pratica e perciò l’evoluzione della spada ha il suo massimo splendore, è infatti in questo periodo che nascono scuole e maestri di quest’arte che coinvolse ogni tipo di persona di ogni ceto. Lo SHI HE (la danza della spada) composta da KUNG SUN e la dodicesima sorella LI, è una chiara testimonianza della combinazione tra Arte Marziale e coreografia.

Tornando indietro di qualche Dinastia e precisamente alla dinastia LIANG (502 – 557), troviamo una serie di 18 esercizi Marziali per la salute insegnati da BODHIDARMA ai suoi discepoli, esercizi che servivano oltre che al benessere fisico anche alla vitalità e allo sviluppo spirituale.
Si narra, infatti, che verso il VI° secolo d.c., quando il Buddismo fu portato in Cina, un monaco di nome BODHIDARMA si stabilì presso il Tempio Shaolin per poter predicare e quindi divulgare la sua concezione del Buddismo (lo Zen attuale o CH’AN in cinese) tramandatogli dal suo Maestro PRAJNATRA. Le meditazioni a cui sottoponeva i suoi discepoli erano talmente estenuanti psicologicamente che egli dovette aggiungere ai consueti esercizi spirituali anche alcuni esclusivamente fisici. Le 18 MANI DI LOHAN, furono perciò il trampolino di lancio del Kung Fu Wu Shu come a noi è tramandato; è difficile dire se effettivamente essi rispettano le originarie movenze ideate da Bodhidarma, anche perchè, nel corso di 1500 anni è impossibile affermare che questi non abbiano subito modifiche da parte di chi le ha tramandate fino ai nostri giorni. E’ vero però che con il passare del tempo questi furono combinati e modificati con sistemi originari cinesi ed infatti nel X° sec. Sotto la Dinastia SUNG, per opera del regnante TA TSU, si codifica una serie di 32 posizioni.

In seguito, sotto la Dinastia YUAN (13° – 14° sec.), il monaco Taoista CHANG SAN FENG, sviluppa l’oggi conosciuto TAI CHI CHUAN, studiando un combattimento tra un serpente ed una gru. Da qui nasce ufficialmente la “Scuola Morbida“.

CHUEH YUAN, quindi sotto la Dinastia Ming (14° – 17° sec.) continua gli studi di Bodhidarma portando da 18 a 72 le posizioni ideate dal monaco, studiando contemporaneamente l’uso della spada. In seguito con l’aiuto di PAI YU FENG, le porta a 170 divise in cinque stili derivati dallo studio dell’atteggiamento e del metodo di combattimento di cinque animali.

Sviluppando ed integrando i cinque Sistemi di base si può raggiungere il benessere psico-fisico combinando, oltre alle caratteristiche dei cinque animali, (drago, tigre, gru, serpente, e leopardo) il “duro” e il “morbido”, “l’interno” e “l’esterno”.

Con la caduta della Dinastia Ming e l’avvento della Dinastia CH’ING, si ebbe la distruzione di molti Monasteri Buddisti, tra i quali anche Shaolin, a causa dell’atteggiamento lealista dei Monaci che accoglievano nei loro Templi gruppi di rifugiati e guerrieri fedeli alla precedente Dinastia, i quali si riunivano con lo scopo di formare sette segrete contro i dominatori Mancia. Distrutto il Monastero di Shaolin della provincia di Honan, ne fu edificato un altro nel Fukien, nel sud della Cina ed anch’esso fu distrutto dalle truppe Mancia.

Si tramanda che solo cinque Monaci si salvarono dal massacro, Hung, Liu, Mo, Ts’ai e Li, i quali secondo la tradizione, diedero vita alle cinque principali Scuole Shaolin del sud (Siu Lam), gli stili Hung Gar, Liu Gar, Mo Gar, Choi Gar, e Li Gar, e dall’unione di questi ultimi due, lo Stile Choi Li Fut.
Da allora il Kung Fu Wu Shu fu messo al bando in tutto l’Impero dominato dalla Dinastia Mancia dei Ch’ing e i pochi Monaci sopravvissuti alle persecuzioni rimasero nell’ombra tramandando a pochi e a volte unici discepoli i segreti dell’Arte millenaria.

L’Antica Arte Marziale tuttavia non scomparve e la troviamo ancora una volta sulla scena nel 1900, all’epoca della famosa rivolta dei Boxer (pugili), i quali tentarono di opporsi alle ingerenze degli occidentali sulla Cina.

Lo spirito delle Arti Marziali è rimasto radicato nel popolo cinese tanto da sopravvivere alle avverse vicende storiche, per ultima la rivoluzione culturale operata con l’avvento della Repubblica Popolare.
Ultimamente infatti le Arti Marziali sono state in parte rivalutate dallo stesso Governo Cinese come mezzo terapeutico per l’equilibrio psico-fisico, benchè spesso private di quelli che sono i loro più alti valori spirituali.
Tutt’oggi infatti non è difficile vedere a qualsiasi ora del giorno e nei posti più disparati, gruppi di persone di ogni età, che praticano la “Veneranda arte Marziale Cinese”, così alcuni di loro la definiscono, eseguendo schemi a mani nude o con le armi, la più diffusa è la spada, con il preciso scopo di migliorarsi sia internamente che fisicamente, consci del benessere che può portare la pratica del Kung Fu Wu Shu.

La più profonda conoscenza degli insegnamenti degli antichi Monaci, la pratica Spirituale e di Meditazione e i più reconditi segreti della Tradizione millenaria, restano tuttavia appannaggio di pochissimi Maestri, depositari di una meravigliosa Storia che si perde nella notte dei secoli.

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Abbiamo parlato di “Scuola Morbida” e perchè questo si possa affermare è ovvio che esista anche la “Scuola Dura”; ma cosa si intende veramente per “Dura” e “Morbida” ?

La suddivisione naturale degli stili di Kung Fu Wu Shu in duri e morbidi, in qualche modo si sovrappone alla divisione in interno-esterno, nel fatto che gli stili interni tendono ad essere morbidi e quelli esterni ad essere duri, ma ciò non è necessariamente o categoricamente vero. Quello che in realtà si intende per “duro” e “morbido” sono due diversi modi di usare l'”energia” che può essere sia “interna” (CH’I) oppure “esterna” (LI – Forza).
In linea di massima questi due sistemi di usare l’energia sono, rispettivamente lineari (duro) e circolari (morbido), anche se alcune scuole combinano elementi di entrambi.
L’energia lineare è diretta, penetrante, angolare, improvvisa come un proiettile; l’energia circolare è spazzante, continua come un’ondata di marea.
Da qui i due diversi modi di interpretare l’Arte Marziale; una più appariscente consistente nella posizione e nel movimento degli arti e del corpo, nella tecnica corretta, nella forza muscolare, nella velocità, nell’abilità di esecuzione di movimenti agili e scattanti; l’altra è meno spettacolare più nascosta e riguarda la respirazione, la corretta posizione e struttura interna del corpo, lo sviluppo del CH’I (forza interna) e dell’atteggiamento mentale.

Questo tipo di “Allenamento” è il più difficile da portare avanti e la meta si può raggiungere solo dopo moltissimo tempo ed è forse per questo che le scuole “dure” sono considerate più forti di quelle morbide, ed è sicuramente a ragione che in Cina si afferma che ” le Arti Marziali vogliono forza e velocità”.

Ma se un uomo sconfigge molti uomini, come può essere questione di forza? E se un vecchio sconfigge un giovane, come può essere questione di velocità?
Il modo migliore quindi di praticare il Kung Fu Wu Shu è quello di unire le due “forze” per poter, alla fine, riuscire a controllare il proprio fisico e il proprio spirito, si potrebbe quindi citare in merito a questo, ciò che affermava il Maestro KUO FENG CH’IH: “Il pugilato richiede movimento, ma, prima l’interno richiede quiete; vincere il nemico richiede forza, ma prima l’interno richiede delicatezza; la lotta richiede velocità, ma prima l’interno richiede lentezza.”

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LE SCUOLE DURE

Spiegata la differenza fra duro e morbido, possiamo ora descrivere alcuni dei metodi per così dire della Scuola “Dura”, i metodi che traggono cioè origine dal Sistema di Bodhidarma.
Il capostipite del Kung Fu Wu Shu e di tutele scuole del Sistema Esterno (WAI CHIA), ma anche indirettamente delle altre, è lo Stile SHAOLIN CH’UAN, che in seguito si divise in SHAOLIN del Nord (PEI SHAOLIN) in cui grande rilievo si da alle tecniche di calcio, ai salti e a tecniche “lunghe”, e SHAOLIN del Sud (NAN SHAOLIN o SIU LAM) in cui prevale l’uso delle braccia.

Alcune delle principali Scuole del Nord sono:

* PEI SHAOLIN CH’UAN P’AI, lo Shaolin Tradizionale dei Cinque Animali originari;
* LUNG CH’UAN, la Boxe del Drago del Nord;
* HO CH’UAN, lo Stile della Gru;
* HU CH’UAN, la Scuola della Tigre della provincia di Shantung;
* TA SHAN CH’UAN, che studia lo Stile Antico della Scimmia;
* T’ANG LANG CH’UAN P’AI, la Scuola della Mantide Religiosa del nord;
* YING CHAO CH’UAN, lo Stile degli Artigli dell’Aquila, che adotta tecniche di artiglio, di becco e colpi d’ala, con azioni scattanti e improvvise;
* LO HAN CH’UAN, che studia nel contesto la religione e la filosofia buddista applicate ad un metodo di combattimento; (motto di questa Scuola) “Deponi la spada e prega”;
* CH’A CH’UAN, Stile di lotta ideato nel XVII° secolo da un maestro musulmano della Famiglia Ch’a, ricco di veloci movimenti e repentini bloccaggi quanto di statiche posizioni.

Le principali Scuole del Sud sono:

* HUNG GAR, lo Stile della Famiglia Hung, uno dei più puri Stili Shaolin del sud, con predominanza di tecniche della Tigre caratterizzate da una grande potenza;
* CHOI LI FUT, nato dall’unione di tre Stili con tecniche di braccia molto “lunghe” non ecludendo calci alti e prelidigendo la posizione del Cavaliere con tutti i suoi derivati;
* PAK HOK o PAI HO CH’UAN, lo Stile della Gru Bianca, caratterizzato, come nella scuola del nord, da posizioni di grande equilibrio, movimenti eleganti e flessuosi, con colpi di becco e di ala perle parate;
* LUNG TAO P’AI, la Scuola della “Via” del Drago del sud, con movimenti ampi e angolari, assai dinamici;
* HAU CH’UAN, la Scimmia che combatte il male sfruttando tutta la sua agilità con tecniche spettacolari e caratteristiche molto comiche, assai simile alla versione del nord ma con meno ricchezza di cadute;
* NAN T’ANG LANG P’AI, la Scuola del sud della Mantide Religiosa, che adotta rispetto alla Scuola del nord posizioni diverse e meno alte;
* WING CHUN, che è forse il più lineare e “corto” tra gli Stili di Kung Fu Wu Shu, utilizzando per il 90% tecniche di braccia.

Comuni a tutte le Scuole sia del Nord che del Sud, sono, o per lo meno dovrebbero essere, lo studio del CHIN NA che tratta tecniche di leva,pressione e quindi apprendimento dei punti vitali, e lo studio del CHI KUNG, indispensabile per sviluppare la forza interna (CHI).

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LE SCUOLE MORBIDE

Parlare delle Scuole “morbide” in poche righe è pressochè impossibile data l’enorme quantità di informazioni che si dovrebbero dare, quindi si passerà direttamente ad elencarne direttamente gli Stili conosciuti.

Il principale degli Stili Interni (NEI CHIA) per divulgazione popolare è il TAI CHI CHUAN.
Le principali Scuole prendono il nome dalle Famiglie che divulgarono e approfondirono questa disciplina.

* La Scuola CHEN, la più antica;
* La Scuola YANG, la più diffusa a livello popolare;
* La Scuola WU;
* La Scuola SUN;
* La Scuola KUO.

Benchè il Tai Chi Chuan sia lo stile più conosciuto, il più antico per concezione è il PA KUA CH’UAN o PA KUA CHANG.
Questo Stile detto degli “Otto Trigrammi” ha una tecnica caratterizzata da movimenti circolari e si basa sui concetti classici del Taoismo.
Un altro Stile Interno anch’esso di antica concezione è lo HSING I CH’UAN, il Pugilato del Corpo e dello Spirito. Esso si basa sulla Teoria dei Cinque Elementi ed adotta movimenti lineari, ispirandosi all’atteggiamento di dodici animali.

+ Motoria (Bambini)

Il bambino “apprende” attraverso il corpo e l’esperienza corporea. Attraverso il corpo, lo sguardo, la mimica facciale, i gesti e i movimenti, la posizione che occupa nello spazio, il tempo di azione egli comunica il suo essere al mondo, la sua modalità di conoscenza e di mettersi in relazione con gli altri. E’ un corpo non separato dal suo essere persona, dal capire e dal sentire da tutta la sua storia affettiva, anche la più profonda. In ogni azione del bambino sono concentrate tutta la sua affettività, tutti i suoi desideri, tutte le sue possibilità di comunicazione e di relazione.Le attività di psicomotricità mettono in gioco tutte queste componenti, proprio perché il bambino si vive ancora in modo globale. Attraverso il suo corpo in movimento il bambino ha uno spazio e un tempo particolari, per esprimere liberamente la propria creatività che nasce dai bisogni, desideri, potenzialità e limiti, per esteriorizzare le proprie emozioni, per provare piacere senso motorio nello scoprire e conoscere meglio il proprio corpo, il proprio sé, l’altro e il mondo degli oggetti.

L’espressività psicomotoria viene così intesa come “la maniera privilegiata di ogni bambino di essere al mondo” ( B. Aucouturier).

L’attività psicomotoria, partendo dalla spontaneità del bambino, dal suo piacere di agire e di giocare, favorisce uno sviluppo psicofisico armonioso.
Attraverso il piacere ludico si attiva la motivazione al movimento,alla scoperta , alla conoscenza e alla ricerca di un rapporto significativo e funzionale con l’ambiente (inteso come spazio, oggetto, persona : movimento, conoscenza, relazione) .
Nel gioco il bambino può parlare di sé, attraverso il movimento e le infinite possibilità di gioco, tutte da inventare: saltare, correre, dondolarsi, giocare a riempire, a svuotare, a nascondersi e riapparire, giocare a “far finta di…”, costruire, disegnare, manipolare… Sono tutte attività che, se svolte con piacere ed in relazione con gli altri, aiutano i bambini a conoscere se stessi, i propri limiti, ad affrontare i propri conflitti interni o le proprie paure, a sviluppare il proprio pensiero.Attivare così l’attività psicomotoria significa attivare nel bambino la motricità, l’affettività e i processi cognitivi.

Il bambino che ha “voglia di giocare” significa che si rende disponibile a misurarsi con se stesso, con gli altri e con le regole del gioco.

In uno spazio per le attività psicomotorie devono necessari: materassi, cubi, materiale di varie dimensioni di gommapiuma, una struttura per arrampicarsi, saltare, scivolare, stoffe, teli, travestimenti, corde, palle, materiale non strutturato, che permette al bambino di vivere il piacere sensomotorio, di inventare e scoprire nuove modalità di espressione e di investimento degli oggetti, per dare spazio ai desideri, per conoscere e sviluppare le proprie potenzialità e di attivare la propria creatività.
Nello spazio della rielaborazione il bambino ha a disposizione legnetti per la costruzione, plastilina, fogli, pennarelli.

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